Il mestiere del Caffè
Ho iniziato, come detto nei precedenti articoli, raccontando il mio approccio al mondo meraviglioso del Caffè, questo Blog. Ma dal 2004 ad oggi sono andato avanti, scoprendo sempre più nozioni, tecniche, conoscendo persone straordinarie con le quali ho instaurato rapporti di collaborazione e consulenza proficui.
Cosa mi ha insegnato il Caffè: che serve amore per quel che si fa. Tanto amore, quasi al pari di quello per un figlio.
Potreste dire che è scontato, un luogo comune. In parte posso darvi ragione. Perché allora in commercio si trovano prodotti che del Caffè non hanno neppure un vago aspetto, sebbene la parola sia scritta sul sacchetto? Perché viviamo nel mondo delle percezioni apparenti, e della comunicazione non sempre veritiera.
Provate ad immaginare una moltitudine di realtà che controllano un grande mercato, e si fanno di base una feroce guerra con i prezzi dei prodotti, specialmente quelli base. Cosa otteniamo? Che spesso il prezzo sullo scaffale di un cosiddetto “caffè” è inferiore al prezzo del Caffè crudo al torrefattore che fa scelte di qualità. Si genera una fascia di confusione per ciò che riguarda la percezione del vero valore, e quindi del prezzo finale, di un Caffè come va inteso in termini di piacere e salubrità.
Salubrità. Lungi dal voler sembrare un rimedio omeopatico, o un elisir di lunga vita, il Caffè deve essere assimilato senza creare fastidi al nostro organismo. Vi capita di avere bruciore di stomaco, dopo aver ingerito un Caffè, sia preparato con l’espresso, oppure con la Moka o altre forme di estrazione? Succede di dover correre in bagno dopo qualche minuto dall’assunzione? Accelera il battito cardiaco, per caso, o diventa irregolare?
La colpa è del “caffè”, non del Caffè. C’è una profonda differenza.
Ve lo spiego la prossima volta…