Ancora lo scorso anno mi stava frullando per la testa una nuova idea di comunicazione riguardo al Caffè ed ai suoi valori. Mi ero prefissato di immaginare un nuovo Rinascimento del Caffè, che coinvolgesse la Città e le persone come un patrimonio unico ed inscindibile, per fruire di una condotta virtuosa che si rivela anche vincente sotto il profilo salutare. Essendo impegnato da più di diciotto anni in un mestiere, scelto, peraltro, mi accorgo che si rendono necessari dei punti fermi da ribadire costantemente.
In un contesto di correttezza e rettitudine operativa, teoricamente l’ovvio non avrebbe bisogno di essere messo in evidenza con ridondanza. Parrebbe quasi di cattivo gusto il voler dire “come siamo belli e come siamo bravi”, ma in realtà credo sia sempre questione di cosa e di stile nel comunicarlo. Soprattutto se non ci si riferisce, come tante aziende fanno, ahimè, a fumose sigle di certificazioni e procedure operative che, tutto sommato, paiono più sterili esposizioni di dati che reali benefici.
Quindi, in sostanza?
Il mio intento, in effetti, è quello di far percepire chiaramente a chi entra in contatto con me e la mia Torrefazione i Valori reali con cui da tempo operiamo, indipendentemente dal conquistare o meno la fiducia dei lettori. Abbiamo una faccia sola, e non temiamo di esporla.
Mi sono reso quindi conto che a volte stare nel proprio orticello e vivere in clausura non porta a grandi risultati ugualmente. L’occasione mi è giunta a fagiolo parlando con una mia stimata conoscente, che fa la guida turistica.
Il 18 Febbraio ha inaugurato una bellissima mostra sul Rinascimento, presso il Palazzo dei Diamanti. Sarà aperta sino al 19 Giugno.
Eureka.
Ecco l’incipit: una nuova miscela! Nuovi Caffè di Arabica, da proporre in un insieme gradevole, e l’etichetta è stampata a mano. Sì, avete ben inteso: a mano, usando antichi caratteri mobili. Un’occasione unica per unire Arti e consapevolezza di un impegno che dura nel tempo.
Questi caratteri richiamano i corsivi che Aldo Manuzio (Bassiano, tra 1449 e 1452 – Venezia, 6 febbraio 1515) commissionò a Francesco Griffo, incisore bolognese, nel ‘500, per i suoi libri e le altre opere tipografiche. Si attribuisce infatti a Manuzio sia l’uso primigenio del corsivo, sia la stampa dei libri in formato di ottavo. Questo contribuì ad una maggior diffusione e trasportabilità dei testi, data la riduzione di peso e dimensioni.
Manuzio ebbe anche rapporti con Ferrara ed alcuni dei suoi uomini illustri. Dapprima arrivò come studente di Battista Guarini, tra il 1475 ed il 1479, poi dal 1509 al 1512 per le azioni militari della Lega di Cambrai verso la Repubblica di Venezia, che lo costrinsero a sospendere l’attività stampatoria in laguna.
Quale miglior legame col passato e la tradizione? Anche perché fu proprio nel Rinascimento che il Caffè giunse a Venezia, per diffondersi nelle altre città, progressivamente.
Ecco perché da qui comincio, o meglio, ricomincio, ribadendo il mio pensiero e la mia intenzione di non essere soltanto utile a chi berrà un Caffè, ma anche compiendo quelle azioni che, apparentemente invisibili, dietro le quinte giovano alla salute ed all’ambiente, riducendo lo spreco di risorse ed energia, di carburanti ed emissioni.
Tra poco potrete acquistare la Rinascimento sul Negozio online.
A questo link, invece, la Mostra “Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa”.